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Idranti e Naspi

I naspi e gli idranti sono dei presidi antincendio che hanno lo scopo di domare ed estinguere fiamme libere e incendi. L’impianto della rete idrica, al quale sono entrambi collegati, viene definito nella sua progettazione e installazione dalla normativa UNI–10779.

NASPI

Normati dalla UNI EN 671/1, che ne definisce la progettazione e istallazione, essi si suddividono in due categorie:

  • Naspi da Incasso o da muro
  • Naspi da Veicolo

 

Il Naspo da incasso o da muro, permette di gestire un incendio in uno spazio chiuso ed infatti viene collocato all’interno degli edifici.

La tubazione semirigida, che misura dai 15 ai 30 metri, è arrotolata su una bobina direzionabile per un angolo di 180°, che permette di orientarla scorrevolmente verso il punto che necessita di intervento.

Il tubo, direttamente collegato al rubinetto della rete idrica da un lato, e alla lancia dall’altro, permette un’erogazione d’acqua istantanea, inoltre la sua semi-rigidità permette di srotolare anche solo parzialmente la tubazione senza intralciare la sua funzionalità. Tale impianto è progettato per erogare almeno 50 litri di acqua al minuto con una pressione di 1.5 bar. Questo presidio deve essere collocato nell’apposito box chiamato “cassetta Naspo” che ne mantenga l’integrità e, che in caso di apertura, garantisca il movimento completo della bobina.


Il Naspo da Veicolo, invece, è situato nei veicoli forestali dei Vigili del Fuoco o della protezione civile ed è collegato al serbatoio d’acqua presente nel mezzo.

La tubazione è sempre semirigida, come per i naspi da incasso, ma la lunghezza varia dai 50 ai 200 metri. Il movimento della bobina, dove viene arrotolato il tubo, mantiene i 180° d’angolo per direzionare il getto d’acqua. Nel caso di naspi da Veicolo, la bobina può presentare un avvolgi tubo automatico elettrico.

IDRANTI

Normati dalla UNI EN 671/2, si suddividono in tre categorie:

  • Idranti a muro;
  • Idranti soprassuolo/colonna;
  • Idranti sottosuolo.

 

Gli Idranti a Muro possono essere ubicati, al contrario dei Naspi, sia all’interno che all’esterno di un edificio.

Il diametro della tubazione varia in base all’ubicazione e alle caratteristiche progettuali dell’impianto antincendio. Solitamente per gli interni viene utilizzato il diametro 45, invece, per la protezione esterna, il diametro varia dai 45 ai 70. La differenza tra le 2 dimensioni è la portata di acqua a parità di pressione. Nella DN 45 infatti possono venir trasportati 120 litri di acqua al minuto a differenza del DN 70 che ne può trasportare 300. La lunghezza della manichetta, se non ci sono particolari prescrizioni, è di 20 metri.

Di seguito riportiamo tutti i componenti dell’idrante a muro che devono essere presenti nell’idonea cassetta, munita di porta o lastra infrangibile (safe-crash), che ne permetta il facile accesso:

  • rubinetto con valvola di intercettazione;
  • sella (appoggio idoneo della manichetta);
  • tubazione flessibile (manichetta);
  • lancia multieffetto.

 

Gli Idranti a Soprassuolo o Colonna sono ubicati sempre all’esterno e anche questi possiedono un rubinetto di erogazione che può variare di diametro, dai 45 ai 70 DN. Questa tipologia di idrante permette di avere, in un unico presidio, attacchi con diametro diverso.

Gli elementi che lo compongono devono essere mantenuti nell’apposita cassetta denominata “corredo idrante” e sono:

  • sella;
  • manichetta;
  • lancia multieffetto;
  • chiave esagonale (che permetta di svitare i tappi ed azionare il getto del dispositivo).

 

La sopracitata cassetta deve essere posta in prossimità dell’apparecchio con l’idonea segnalazione.

Gli Idranti sottosuolo possono essere installati solo all’esterno e si trovano all’interno di idonei pozzetti. Sono preferibili agli idranti Soprassuolo, in quanto non ci sono parti sporgenti e quindi non creano ostacolo alla eventuale circolazione di veicoli.

Anche questo presidio richiede ovviamente la cassetta di corredo che deve avere, al posto della chiave esagonale (necessaria per l’idrante soprassuolo), una “valvola di azionamento” con la funzione anche di utensile per l’apertura del pozzetto.

 

MANUTENZIONE

La corretta manutenzione, a norma di legge, si struttura in sette fasi:

  • Presa in carico
  • Sorveglianza
  • Controllo periodico
  • Controllo e manutenzione annuale
  • Collaudo periodico
  • Manutenzione ordinaria
  • Manutenzione straordinaria


La manutenzione deve essere sempre effettuata seguendo la normativa, così che il loro funzionamento assicuri un istantanea efficienza in caso di necessità.

Le prescrizioni che prevedono i principali tipi di controllo sono:

  • Controllo semestrale: verifica dello stato, accessibilità e funzionalità delle cassette, idranti, lancia e manichetta, controllo pressione della rete antincendio ad ogni singolo rubinetto idrante con l’apposito tappo prova pressione con manometro
  • Manutenzione annuale: verifica integrità delle manichette con srotolamento e prova a pressione, oltre sempre la verifica della pressione a ogni rubinetto idrante con tappo prova
  • Controllo ogni 5 anni: prevista la prova collaudo manichetta a 12 Mpa
  • Redazione del certificato di manutenzione per ogni controllo

 

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